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Indagato per eccesso di legittima difesa perché ha sparato al ladro

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Legittima difesa

Indagato per eccesso di legittima difesa il titolare di una rivendita di gomme di Monte San Savino (Arezzo) che dopo aver subito 38 furti negli ultimi mesi ha cominciato a dormire in azienda. Durante la notte ha sentito dei rumori e d’istinto, riferisce di aver sparato due o tre colpi, centrando un 29enne di origine Moldava. Il complice è riuscito a scappare.

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La notizia ha riportato subito l’attenzione del Governo sulla legge sulla legittima difesa. Approvato il Decreto Sicurezza, il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, nell’esprimere solidarietà per il commerciante Toscano, dichiara che presto passerà al Parlamento la legge sulla legittima difesa, perché chi subisce un’aggressione possa essere legittimato a reagire per difendere sé stesso e la propria famiglia.

È finita diversamente invece l’indagine condotta dai militari di Siniscola che da mesi controllava la famiglia italiana di origini rom che si era trasferita in estate in Sardegna. Il loro intento non era trascorrere le vacanze sulla costa nord occidentale dell’isola, ma derubare ville e appartamenti di tutti i gioielli e valori.

I tre componenti della banda, già noti per reati contro il patrimonio, sono stati arrestati dopo un’indagine avviata a luglio dopo la segnalazione di cittadini che erano stati derubati nelle loro abitazioni. Dopo un inseguimento, i tre sono stati fermati nel centro di Olbia.

A Pesaro un gruppo di malviventi ha assaltato un portavalori con l’intento di sottrarre l’incasso del Black Friday. Le indagini della polizia sono ancora in corso per comprendere la dinamica, infatti è poco chiaro come possa essere avvenuto l’assalto. Il conducente del portavalori è stato ferito non dai proiettili sparati, ma dal vetro che si è fracassato sotto i colpi di mazza battuti sul finestrino dai malviventi mentre caricava l’incasso nel veicolo. I ladri si sono dati alla fuga a bordo di un’auto senza aver preso i soldi.

Ha fatto un volo di otto metri prima di finire in ospedale e poi in carcere in attesa di processo, il tunisino 29enne che alle 5.30 del mattino nel pieno centro della città, ha tentato di entrare in un appartamento arrampicandosi fino alla finestra. La presenza del proprietario dell’appartamento, giunto a verificare cosa stesse accadendo perché allertato dai rumori che ha fatto il malintenzionato nel forzare la serratura, lo ha indotto a una fuga rocambolesca, finita al suolo con l’arrivo della polizia e poi dell’ambulanza.

Notizie che inducono a riflettere seriamente sull’opportunità di esercitare il diritto alla legittima difesa. Il dibattito politico sull’approvazione della legge sta per approdare in Parlamento, dopo l’esame in Commissione Giustizia del Senato e si preannuncia acceso da diversi modi di intendere la questione. Nel precedente articolo sulla legittima difesa, pubblicato qualche tempo fa, abbiamo considerato le alternative e la possibilità di provvedere in piena autonomia alla difesa dei propri spazi agendo preventivamente con la progettazione di sistemi tecnologici che consentono di monitorare gli spazi a distanza e intervenire prima che i malintenzionati possano introdursi in casa o in azienda, evitando qualsiasi altro rischio di danni a persone e cose.

Nel caso specifico dell’imprenditore toscano, cui va tutta la mia solidarietà, mi sento di dire, senza voler arrecare offesa ad alcuno o risultare saccente, che se avesse installato un impianto di monitoraggio per il controllo degli accessi a distanza ora non sarebbe indagato per eccesso di legittima difesa. Sarebbe potuto restare a casa a dormire serenamente, mentre l’operatore di telecontrollo sorvegliava la corretta utilizzazione della sua rivendita.

E’ la solita storia, di chi parla con il senno del poi, potresti pensare… sicuramente ti invito alla riflessione e ti lascio con una domanda: tu, cosa sei disposto a fare per proteggere te stesso e chi ami?

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È finita diversamente invece l’indagine condotta dai militari di Siniscola che da mesi controllava la famiglia italiana di origini rom che si era trasferita in estate in Sardegna. Il loro intento non era trascorrere le vacanze sulla costa nord occidentale dell’isola, ma derubare ville e appartamenti di tutti i gioielli e valori.

I tre componenti della banda, già noti per reati contro il patrimonio, sono stati arrestati dopo un’indagine avviata a luglio dopo la segnalazione di cittadini che erano stati derubati nelle loro abitazioni. Dopo un inseguimento, i tre sono stati fermati nel centro di Olbia.

A Pesaro un gruppo di malviventi ha assaltato un portavalori con l’intento di sottrarre l’incasso del Black Friday. Le indagini della polizia sono ancora in corso per comprendere la dinamica, infatti è poco chiaro come possa essere avvenuto l’assalto. Il conducente del portavalori è stato ferito non dai proiettili sparati, ma dal vetro che si è fracassato sotto i colpi di mazza battuti sul finestrino dai malviventi mentre caricava l’incasso nel veicolo. I ladri si sono dati alla fuga a bordo di un’auto senza aver preso i soldi.

Ha fatto un volo di otto metri prima di finire in ospedale e poi in carcere in attesa di processo, il tunisino 29enne che alle 5.30 del mattino nel pieno centro della città, ha tentato di entrare in un appartamento arrampicandosi fino alla finestra. La presenza del proprietario dell’appartamento, giunto a verificare cosa stesse accadendo perché allertato dai rumori che ha fatto il malintenzionato nel forzare la serratura, lo ha indotto a una fuga rocambolesca, finita al suolo con l’arrivo della polizia e poi dell’ambulanza.

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Nel caso specifico dell’imprenditore toscano, cui va tutta la mia solidarietà, mi sento di dire, senza voler arrecare offesa ad alcuno o risultare saccente, che se avesse installato un impianto di monitoraggio per il controllo degli accessi a distanza ora non sarebbe indagato per eccesso di legittima difesa. Sarebbe potuto restare a casa a dormire serenamente, mentre l’operatore di telecontrollo sorvegliava la corretta utilizzazione della sua rivendita.

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